EGITTO / Visitando l’Egitto, gli amanti dei cani di sicuro non rimarranno indifferenti di fronte ad Anubi, divinità metà uomo e metà cane/sciacallo, immagine ricorrente nelle tombe egizie.

Il cane e l’Egitto

Visitando l’Egitto, gli amanti dei cani di sicuro non rimarranno indifferenti di fronte ad Anubi, divinità metà uomo e metà cane/sciacallo, immagine ricorrente nelle tombe egizie. La sua guida era di fondamentale importanza: come un segugio conduceva per mano il Faraone nel buio dell’aldilà, fino all’incontro con Osiride al cospetto del quale sarebbe stato giudicato. Diodoro Siculo che, nella sua Biblioteca storica, si occupò molto del popolo egizio narrò, tra le varie questioni, anche del rapporto con i cani: «Altri narrano che i cani furono guida ad Iside quando andò a cercare Osiride e ch’essi le tenevano lontane le fiere, ed ogni altro che s’incontrasse sul cammino di lei; col loro latrare inoltre fattisi fidi ed amorosi compagni nelle sue ricerche. Per questo nella festa d’Iside i cani precedono nella processione solenne; e coloro, che istituirono questo rito, vollero appunto significare il benefizio di questa bestia». Osiride, una delle massime figure divine del popolo egizio, venne ucciso in un complotto organizzato da Seth, che lo rinchiuse in un sarcofago e lo gettò nel Nilo. Iside, l’amata sposa lo cercò, trovandolo sul Delta grazie anche all’aiuto dei suoi cani, perché la loro guida era fondamentale in ogni situazione.

Durante la festa di Iside, infatti, i cani venivano condotti in corteo, a ricordo della ricerca verso l’amato, mentre alcuni uomini indossavano una maschera che rappresentava la testa di un cane a personificazione di Anubi.