ABRUZZO / ATESSA (CH), CHIESA DI SAN LEUCIO / A oggi nella chiesa di San Leucio si conserva una costola animale di impressionante dimensione, circa due metri, ciò che resta del famigerato drago.

LA COSTOLA DEL DRAGO


ARTICOLO
/ Isabella Dalla Vecchia e Sergio Succu

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Provincia di Chieti
 Animali mitologici / drago
Leggende

Secondo la leggenda Atessa era in principio formata da due città Ate e Tixa, separate da una valle paludosa nella quale abitava un temutissimo e pericolosissimo drago. Era insomma quasi impossibile che gli abitanti delle due cittadine si incontrassero e tantomeno unissero. Al di sotto vi erano anche due fiumi l’Osente e il Pianello (oggi chiamati Sangro e Osento), che formando diversi acquitrini costituivano una palude malsana un habitat ideale per il drago della leggenda.

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La vita era insomma quasi impossibile, almeno finché un giorno non arrivò da Brindisi il Vescovo di Leucio dove già aveva scacciato un altro drago nella stessa città (quindi il mestiere lo conosceva bene). Andò fino alla tana del drago, nutrendolo per tre giorni di carne, finché ormai ben sazio lo incatenò e lo uccise dopo sette giorni, conservandone il sangue che fu utilizzato dalla popolazione come pozione curativa.


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La valle venne così ripopolata e i due paesi riuscirono finalmente a unirsi. Venne costruita una chiesa in ricordo di Leucio, chiamata appunto S. Leucio. A oggi nella stessa chiesa si conserva una costola animale di impressionante dimensione, circa due metri ciò che, secondo il mito, sarebbe rimasto del famigerato drago.